Non di sola montagna si tratta, questa volta, nelle 42 opere esposte, anche se i luoghi della montagna che Aldo Frezza frequenta ci sono tutti: Alpi, Appennini, Himalaya, ecc… Ma il grande tema del viaggio, come dice il titolo.

Un viaggio però inteso nei due sensi di viaggio “fuori”, in località vicine od esotiche ma sempre con un occhio particolare alla luce, ai colori, alle persone e “dentro”, vale a dire viaggio all’interno di se stessi. Un viaggio, quest’ultimo, che si svolge con la fantasia, la mente e l’occhio, alla ricerca di nuovi modi di vedere – e riproporre in immagine – anche le piccole cose, a prima vista banali, che ci circondano.

Così, accatastate e affiancate, in ordine solo apparentemente casuale, si snodano sotto i nostri occhi montagne, territori selvaggi, visi di bambini, ma anche vecchi muri, finestre, fili, ombre, alla ricerca di una propria personale visione del mondo, “fuori” o “dentro” che sia.

Un alternanza di temi che produce un effetto quasi “straniante”. I muri, e ombre, le finistre, alternati alle situazioni riprese nei luoghi che Aldo Frezza ama frequentare (faggete appenniniche, ghiacciai alpini, valli himalayane) trasformano il significato degli uni e degli altri, mettendone il luce i valori di luce, colore e composizione.

Circolo Culturale
CASC – BI
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Roma